Maria Rita Lo Giudice aveva una vita davanti ed una carriera universitaria superata brillantemente. Infatti si era laureata con il massimo dei voti presso la facoltà di Economia ed attualmente stava continuando i suoi studi per la laurea magistrale. Il fatto è accaduto Domenica mattina, poco prima delle sette. La ragazza ha messo fine alla sua vita gettandosi dal balcone di casa sua. Maria Rita aveva lasciato Reggio Calabria ed aveva girato il mondo per motivi di studio; vedendola da fuori, la sua vita sembra essere al culmine delle sue possibilità, ma il peso del suo cognome è stata la sua ‘condanna’.
Il cognome della sua famiglia, infatti, a Reggio Calabria è sinonimo di ‘Ndragheta, violenza e soprusi. Secondo i Carabinieri, che hanno ascoltato in questi giorni amici e persone vicine alla vittima, Maria Rita non riusciva a portare il peso della vergogna per far parte di quella famiglia.La famiglia in questione è quella dei Lo Giudice, che opera nel Rione Santa Caterina a Reggio Calabria; è una famiglia storica della mafia calabrese, infatti è una di quelle famiglie che vede una vera e propria guerra costata 700 morti, per la lotta di gerarchie tra famiglie.
Giovanni, il padre della ragazza, è in carcere, lo zio Nino – un pentito – è diventato un collaboratore di giustiza, mentre lo zio Luciano Lo Giudice è considerato il Boss del clan dei Lo Giudice.
Maria Rita aveva creduto che allontanandosi dalla famiglia e andando fuori città a studiare, avrebbe potuto scrollarsi di dosso il peso lasciato dal suo cognone e la scia dei morti ammazzati che questa famiglia si porta dietro. Purtroppo non è stato così, nemmeno lo studio che l’aveva portata lontano è riuscito afarle dimenticare quel passato che tanto odiava.