I carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata e delle compagnie di Castellammare e Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a otto ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Torre Annunziata, su richiesta della locale Procura, a carico di 8 imputati ritenuti appartenenti al clan Cesarano, operante tra Castellammare di Stabia e Pompei. Gli otto – tra gli arrestati rientra un ex agente della polizia penitenziaria che insieme a un collega, nella casa circondariale di Civitavecchia, dietro compenso faceva pervenire lettere e cellulari ad alcuni detenuti appartenenti al clan – sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione illecita di armi clandestine in concorso aggravata dalle finalita’ mafiose e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il provvedimento e’ stato emesso dopo il rigetto da parte della Corte di Cassazione del ricorso presentato dagli indagati a una sentenza emessa dalla Corte d’appello di Napoli. L’indagine prese le mosse nell’ottobre 2008 a seguito del duplice omicidio a Gragnano di Carmine D’Antuono e Federico Donnarumma, ritenuti appartenenti al clan “Di Martino”. In carcere sono finiti Raffaele Cafiero, cognato del boss Nicola Esposito ‘o mostro, che deve scontare una condanna a 8 anni e 8 mesi di carcere: Francesco Solimene, per lui 8 anni, Oreste e Giovanni Corbelli (per entrambi 6 anni); Anna Inserra (6 anni) e Francesco Inserra (7 anni)Inoltre tra gli arrestati rientra un ex agente della polizia penitenziaria che insieme a un collega, nella casa circondariale di Civitavecchia (rm), dietro compenso faceva pervenire lettere e cellulari ad alcuni detenuti appartenenti al clan. Entrambe le guardie carcerarie sono state condannate e radiate.  Durante le indagini, era stato scoperto anche il sistema di corruzione di due guardie carcerarie, che permettevano anche incontri tra Inserra e la sua amante, un’infermiera in servizio a Poggioreale, ma anche l’arrivo di telefonini in cella e lo scambio di pizzini tra carcerati e affiliati in libertà . Tutto era partito dall’omicidio di Carmine D’Antuono, avvenuto a Gragnano il 28 ottobre 2008: nelle tasche della vittima fu trovato un biglietto che lo avvertiva di stare attento, un pizzino che era partito dal carcere ed era stato scritto da Antonio Inserra. Dopo le formalità gli arrestati sono stati rinchiusi nelle case circondariali di Secondigliano e al carcere di Fuorni.
