Camorra, il pentito: “Moxedano, D’Alterio e gli affari immobiliari del boss Cesare Pagano”

E’ stato per anni l’architetto di fiducia ma anche contabile, agente immobiliare e socio in affari del boss Cesare Pagano. Così almeno hanno raccontato i pentiti e per questo che la Dda la scorsa settimana ne aveva chiesto l’arresto insieme con altri 10 tra cui Mario Moxedano, l’imprenditore giuglianese Mario Manco, il consigliere comunale di Mugano, Gennaro Bove e altri 7. Ma il gip Mario Morra nella sua ordinanza di applicazione di divieto di dimora per il giovane politico mugnanese anche se accoglie il quadro accusatorio della Procura ha rigettato tra gli altri anche la richiesta di arresto per Giulio D’Alterio e il sequestro di alcune società intestate allo stesso oltre che del noto ristorante “Salutam a’ soreta” lungo la strada tra Mugnano e Melito e che i pentiti indicano come ideato da D’Alterio, costruito da Mario Moxedano ma di proprietà di Cesare Pagano, o meglio della figlia. Ne ha parlato a lungo, e il suo racconto è allegato all’ordinanza di dimora per Bove, il pentito Carmine Cerrato taekendò, cognato di Cesare Pagano e quindi persona che racconta cose di prima mano che a proposito delle società tra D’Alterio, Moxedano e Cesare Pagano racconta:

“… E’ lui che ha fatto i lavori negli appartamenti di Cesare Pagano; partendo da due yillette a Mugnano e dove la polizia ha fatto un blitz. Nella costruzione del palazzo a Giugliano anche lui si è interessato.Il palazzo a Mugnano di proprietà di Cesare: si è interessato della villa di Mariano  edi ogni altra casa di Cesare Pagano.Io stesso ho portato Giulio nel covo di Quarto, per parlare degli appartamenti in costruzione, in particolare del palazzo a Mugnano, che Cesare voleva fosse prontamente ultimato e gli appartamenti fittati per garantire alla moglie un ‘entrata certa, laddove le cose dovessero andare male….credo che il palazzo di Mugnano è intestato a Giulio, ed è stato finito. Ha anche fatto i lavori nel Ristorante “salutami a soreta” a Mugnano di proprietà di Cesare Pagano. Proprio io e Mariano, presente Giulio e Mario Moxedano, abbiamo stipulato a voce un contratto di gestione con coloro che di fatto lavorano nel ristorante. Queste persone, che saprei riconoscere, volevano al garanzia che nessuno pretendesse da loro il pagamento di tangenti; noi per tranquillizzarli chiarimmo che noi facevamo le estorsioni a Mugnano e, quindi, essendo nostro il locale mai saremmo andati a chiedere l ‘estorsione. I gestori del ristorante versano a mia sorella 12 mila euro al mese, come ho già detto, ma materialmente li ritira Mario Moxedano che poi li dà a noi. Preciso che nell ‘ufficio di  Mario Moxedano, quello di Mugnano 2000, lavora mia sorella Pina, è segretaria. Quando Mario Moxedano ritira i soldi lo dice a Pina, che lo dice a nostra sorella Giovanna, la quale avvertiva me o Mariano per il ritiro,· quando siamo diventati latitanti,  andava Baiano, dopo non so.
Inoltre, quando nell’esecuzione delle costruzioni sorgeva un problema burocratico, era Giulio a recarsi al comune di Mugnano per risolvere ogni problema. Voglio precisare che Giulio, veniva pagato a ”pacchetto” ossia lui diceva a Cesare, quanto costava la costruzione e nella cifra era compresa anche la parte burocratica. Voglio chiarire che il rapporto per le costruzioni era tra Cesare e Mario Moxedano, per cui era Mario che faceva il prezzo, Giulio gestiva il cantiere eseguendo gli ordini di Mario. … nelle attività economiche degli Amato e i Pagano erano soci in tutto, anche nelle costruzioni, fatto salvo che ciascuno di loro poteva investire in proprio. Questo è avvenuto per le case di Cesare che ora ho indicato, e per case che ha Raffaele Amato il grande, che però aveva un altro costruttore tale Filippo Danese, che io ho visto a casa di Lello Amato; ho visto il figlio di Filippo nel covo di Quarto a casa dei Ranieri a parlare con Cesare”.

 Antonio Esposito


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