La lucida follia del “Grinder Boy” Ciro Guarente, l’omicidio di Enzo era premeditato: gli ha tagliato testa e arti

 

Era tutto premeditato. L’omicidio di Enzo Ruggiero era stato pianificato da Ciro Guarente e lo ha messo a punto con una macabra follia. Solo se si è accecati da un odio profondo verso una persona  si è capaci di fare quello che ha fatto il dipendente della Marina Militare originario di Ponticelli ma residente a Giugliano. Esibizionista, persona dalla doppia personalità: impiegato di giorno e sexy boy di notte. Una “Drag queen” che metteva il suo corpo a disposizione di uomini e donne. Aveva anche uno pseudonimo “Grinder Boy” e le sue foto si possono trovare su alcuni particolari siti porno per incontri gay sui quali bisogna registrarsi. Dopo aver ucciso, certamente non con una spinta, come ha sostenuto nel primo interrogatorio ricco di bugie, gli ha tagliato la testa e gli arti. Un rituale macabro e inumano. Poi con ludica follia ha rinchiuso i pezzi del povero Enzo in una valigia. Poi ne ha preso un’altra dove ha messo altri pezzi insieme con vestiti e altre cose personali della vittima. Voleva simulare un allontanamento volontario. Tesi a cui hanno creduto in tanti fin dal primo momento. E poi per costituirsi un’alibi è andato pure a una festa. Nei giorni successivi ha parlato con la sua compagna la trans Heven Grimaldi, per la quale è scattata la follia omicida. Anche a lei ha fatto credere all’allontanamento volontario di Enzo. poi qualche sospetto è nato nella trans che si è presentata dai carabinieri accompagnata da un attivista dell’Arcigay di Napoli. Ha raccontato dei suoi sospetti. Ha spiegato che i vicini le avevano raccontato di aver visto uscire Ciro dalla casa di Aversa dove viveva con Enzo Ruggiero, suo ospite, ma suo amico e non suo amante come pensava nella sua folle gelosia Ciro. L’uomo aveva con se delle valigie. I sospetti sono diventati realtà quando i carabinieri hanno visto i filmati della telecamera di uno studio privato che puntava in strada proprio sulla casa. Fermato: Ciro è crollato e ha raccontato una inverosimile versione dei fatti parlando di un incidente e di aver gettato in mare a Licola il corpo di Enzo. Ma non era così, lo sospettavano fin dal primo momento gli investigatori. E così quando ieri pomeriggio sono andati a Ponticelli a casa della mamma di Ciro gli investigatori si sono visti confermare quelli che erano i sospetti. Sotto un pavimento del corridoio di un autolavaggio abusivo, situato nel garage di una palazzina popolare in via Scarpetta, a un passo da via Argine a Ponticelli in un punto leggermente rialzato, di recente fattura hanno rinvenuto i resti del cadavere del povero Enzo. Li a cinquanta metri abita la mamma di Ciro Guarente.

Alcuni testimoni hanno ricordato di averlo visto piu’ volte due giorni dopo l’omicidio, entrare e uscire dal garage; infine, il segnale del cellulare di Guarente la sera del 7 luglio, giorno dell’omicidio, porta verso il quartiere Ponticelli di Napoli e non a Licola dove il giovane aveva riferito di essersi liberato del cadavere. Gli inquirenti della Procura della Repubblica di Napoli Nord, ora nutrono forti dubbi anche sulle modalita’ dell’omicidio che, secondo il racconto dell’assassino reo confesso, sarebbe avvenuto accidentalmente, durante una lite, nell’abitazione dove Ruggiero viveva con la trans contesa Heven Grimaldi. Sara’ comunque l’autopsia a fare definitivamente luce sull’identita’ del cadavere trovato a Ponticelli. Intanto oggi, Ciro Guarente, sara’ ascoltato dal gip di Napoli Nord, in occasione dell’interrogatorio per la convalida del fermo.

 Antonio Esposito

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