Camorra, il pentito: ”Sapevo che Antonio Lo Russo aveva ucciso tre persone e pensavo ce l’avesse con me”

Anche se ha affermato davanti ai magistrati “mi sono sentito sempre un Lo Russo”, il neo pentito del clan Ciro Ferrara (referente nella zona di Chiaiano per conto dei Capitoni per le piazze di spaccio) non ha esitato ad accusare chi come il boss Antonio Lo Russo lo aveva aiutato anche durate la sua detenzione in carcere inviandogli  la “mesata”mille euro al mese. Ciro Ferrara accusa il figlio di Salvatore il primo pentito della famiglia dei Capitoni di Miano di essere autore di ben tre omicidi. Lo ha fatto in un verbale del 2 agosto scorso e contenuto nelle circa mille pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesca Ferri con la qualesono stati arrestati i  40 nuovi esponenti di quella che era il clan Lo Russo. Naturalmente le dichiarazioni di Ferrara rispetto alle accuse di omicidio nei confronti di Antonio Lo Russo sono oggetto in questo momento di un’inchiesta da parte della Dda di Napoli. Ha messo a verbale Ferrara:
Nell’ottobre del 2006 sono poi stato arrestato per una estorsione insieme a Cavallino Gaetano ed al cugino di Francesco Russo che gestiva una palestra del Vomero, per una estorsione, del tipo “cavallo di ritorno” ad un garagista del Vomero che ci denunzio’.
Durante la mia detenzione ho ricevuto sostentamento economico da Francesco Russo che mi mandava 1000 euro al mese fino a quando non è scomparso.
I mille euro che mi mandava erano frutto dei proventi delle estorsioni che avevamo ideato tramite il sistema delle cosiddette buste , cioè imponevamo a tutti gli esercizi commerciali di rifornirsi delle buste di plastica , cartoni per pizzeria, etc. Questo sistema esiste ancora e fino a quando ho iniziato a collaborare i proventi di questa attività venivano portati anche a mia madre…omissis… Dopo la scomparsa di Russo Francesco, io mi trovavo detenuto a Taranto dove ho goduto di diversi permessi premio. Mi sono incontrato durante questi permessi con Tonino Lo Russo , prima che iniziasse la sua latitanza, l’ho incontrato a Miano. Io temevo che lui potesse avercela anche con me ed invece lui mi rassicurò dicendomi che mi stavano aspettando per coprire la zona di Marianella-Chiaiano . Dico che temevo che Tonino potesse avercela con me perché avevo saputo da Salvatore Scognamiglio che era stato Tonino ad uccidere Francesco Russo, il figlio e Moscatelli tramite Cesare Pagano…. sono stato detenuto fino al 2013 ma come ho detto ho goduto di diversi permessi durante i quali tornavo a Napoli, occasioni durante le quali ho avuto modo di incontrare non solo Tonino Lo Russo ma anche Salvatore Scognamiglio, Lelle’, Luigi Russo , Buonavolta Vincenzo, Luciano Pompeo e Valerio Nappello .
Ho sempre ricevuto dai Lo Russo sostentamento economico durante la mia detenzione, anche dopo la scomparsa di Russo Francesco, se ne è fatto carico Antonio Lo Russo, anche durante la latitanza periodo durante il quale vi ha provveduto Scognamiglio e poi dopo la sua morte Lelle’ figlio di Carlo. Insomma sono rimasto un Lo Russo. Uscito nel 2013, ad ottobre , c’era fuori Mario Lo Russo che mi venne presentato da Giulio de Angoletti. Quest’ultimo lo avevo invece conosciuto tramite Lellè. Mario mi fece responsabile su Chiaiano mentre invece Ciro Berretella cioè Culiersi Ciro era il responsabile di Marianella. In quel periodo era come se ci fossero due gruppi nel senso che Mario aveva interessi su Chiaiano mentre su Marianella si occupava Lelle’ tramite Berretella, erano separati ma sempre in accordo anche se Mario non gradiva il fatto che Culiersi si era impossessato di tutto quello che avevamo
creato su Marianella io e Russo.
Tornai quindi ad essere il referente di Mario Lo Russo su Chiaiano e con me c’erano de Angioletti Giulio… omissis…, Guazzo Giuseppe, …omissis… Il mio gruppo si occupava delle estorsioni omissis. Delle estorsioni ai cantieri edili invece si occupavano in particolare Genanro Palumbo e O’ Cucu’, persona che venne poi arrestata al Policlinico …omissis… Mi occupavo anche di droga per la zona di Chiaiano, i rifornimenti erano sempre dai Lo Russo e si vendeva tramite privati, unica piazza era quella di Marianella giù alle case rosse omissis. Per privati intendo persone che acquistavano da me cocaina e vendevano a telefonino…omissis…In questo periodo quindi io guadagnavo dal prezzo di vendita ai privati ed acquistavo da a Mario Lo Russo e Domenico Raffone, Cerchio Slavatore ed anche ad un altro genero di Mario di nome Peppe.
Io compravo a 44-45 da Mario e gli altri , lo vendevo ai privati a 50 e loro rivendevano a 55. Ho continuato cosi’ anche dopo gli arresti di Mario, Lelle’ e gli altri. Rimasero liberi Vincenzo O’Signore e Vincenzo figlio di Carlo Lo Russo. Intanto era stato arrestato anche Culiersi Ciro e quindi ebbi il controllo anche di Marianella , oltre a Chiaiano ma Vincenzo Lo Russo o’ Signore pretese 3000 euro al mese per i traffici di droga , era lui che comandava tutto il cugino Vincenzo di Carlo stava con lui ma contava O’Signore … omissis…”.

Antonio Esposito

@riproduzione riservata

Articolo precedenteCarceri, video inchiesta della Cgil sulle misure alternative
Articolo successivoMorti per amianto a Bagnoli, a Napoli riparte tra le polemiche il processo al magnate svizzero Schmidheiny: 134 i deceduti per tumore