Torre del Greco: estorsioni al porto 100 anni di carcere a boss e gregari dei clan Falanga, Di Gioia-Papale e gli ‘scissionisti’

Sono sono stati tutti condannati in Appello i boss e  i gregari dei clan Falanga, Di Gioia-Papale e dai cosiddetti ‘scissionisti’ di Torre del Greco arrestati il 2 maggio del 2012 con un blitz da parte dei carabinieri che portò in carcere 23 persone responsabili di  aver taglieggiato per anni tutti gli imprenditori e  commercianti della zona Porto ma anche di traffico di droga. Tra loro c’era anche la moglie del boss Peppe Falanga ‘o struscio, Annamaria Carotenuto che ha incassato ben 6 anni e 4 mesi di carcere. Con lei sono stati condannati: Gaetano Magliulo (10 anni e 8 mesi),Domenico Gaudino (8 anni e 8 mesi) Pasquale Magliulo (8 anni), Salvatore Borriello (7 anni e 4 mesi),Ciro Grieco ( 7 anni), Antonio Mennella alias ’o picciotto (11 anni), Sebastiano Tutti (6 anni), Pietro Formicola (5 anni e 4 mesi), Vincenzo Luna (5 anni e 4 mesi), Pietro Sepe, (5 anni e 4 mesi), Gerardo Marrazzo (5 anni), il pentito Aniello Pompeo ( 3 anni e 4 mesi) , l’altro pentito Salvatore Mercedulo Longobardi (5 anni), Domenico Falanga (4 anni) Mario Falanga (4 anni), Stefano Mennella (3 anni e 8 mesi), Antonio Bottino ( 3 anni e 6 mesi) Salvatore Gaudino ( 3 anni e 4 mesi), Filippo Cuomo ( 3 anni e 2 mesi) infine assolti  Alfonso Vito, Bartolomeo Palomba,  Ciro Pernicola,  Mario Falanga, Antonio Gaiezza, Pasquale Costabile, Francesco Accardo, Mariolina Casamento e Michele Loffredo. Tra gli imprenditori taglieggiati dai due gruppi criminali  che furono sgominati dai carabinieri figuravano ormeggiatori, titolari di rimesse per barche, il titolare di due distributori di benzina ed il socio di un bar. Alcuni di loro avevavno denunciato i responsabili delle estorsioni, rivelando che nell’estate del 2009, in seguito all’omicidio del boss Gaetano Di Gioia e alla scissione avvenuta all’interno del clan da lui capeggiato, gli operatori del porto furono costretti a pagare entrambi i gruppi criminali. Le dichiarazioni delle vittime, assieme a quelle di alcuni collaboratori di giustizia, contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesca Ferri, sono state fondamentali ai fini dell’indagine. Ecco cosa racconta per esempio il titolare dei distributori di benzina: “Peraltro Peppe Barallo, per conto di Mennella Antonio (entrambi destinatari dell’ordinanza, ndr) mi aveva detto di accelerare la richiesta estorsiva ai danni degli ormeggiatori, per anticipare eventuali altre richieste di Annamaria à struscia o di Maria, la moglie di Gaetano di Gioia”. E il gip  all’epoca degli arresti scrisse ricordando il bacio sulle labbra che i due si scambiarono in occasione dell’arresto di quest’ultimo: “In data 4 ottobre 2011 Mennella Antonio veniva tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza n. 587/11 ‘Ultimo Viaggio’ e mentre veniva condotto dai CC salutava De Blasio Giuseppe (nipote) e Barallo Giuseppe, presenti ai fatti, dicendo loro: ‘E’ stato Maurizio (il collaboratore di giustizia Maurizio Magliulo) e poi salutava i predetti Barallo e De Blasio con un bacio sulle labbra, manifestazione di forte legame camorristico”.

 


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