Tutta l’economia crimnale del rione Conocal di Ponticelli passava per le casse del clan D’Amico i “fraulella”. Nulla sfuggiva al controllo della cosca. E così dalle oltre 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri ha colpito gli otto baby boss della cosca emerge che perfino i ladri erano costretti a pagare il pizzo alla defunta boss Nunzia D’Amico per ogni colpo fatto. Lo ha spiegato durante un colloquio in carcere anna De Luca Bossa al figlio Christian Marfella: “…Ogni mariuolo ci deve dare 100 euro a settimana”, il figlio non convinto chide di nuovo alla madre “Ci devono dare?” e lei secca replica: “…Ehhhh.. 100 euro!”. E questo tipo di holding criminale era stata tramandata da padre in figlio come i posti di lavoro degli statatli di qualche anno fa. Nel gruppo degli otto arrestati di ieri ci sono anche i figli dei boss del clan D’Amico ma c’è anche il figlio di una coppia di pentiti che fino a qualche anno fa erano al vertice della cosca. Il ragazzo compirà 16 anni ad ottobre ma aveva già una piazza di spaccio tutta sua. E’ la mamma in particolare che lo ha raccontato agli investigatori dopo che era stata ripudiata in aula dal figlio. Era il 2014, e Attilio, che è il figlio di un altro pregiudicato, quando la donna in aula cercò di spiegare la sua decisione di collaborare con la giustizia chiedendogli di seguirla, luì le urlò “Vattene via, sei un infame”. e nel corso di un interrogatorio che la donna racconta agli investigatori: “… in questo momento so che mio figlio sta facndo un piacere a Nunzia D’Amico, cioè va a raccogliere i soldi delle vendite per le piazze di spaccio…ho saputo che si è msso con i D’Amico perché me lo ha detto mia sorella…”. Il ragazzo era scappato dalla località protetta nel quale si trovava con la madre che infatti spiegò agli investigatori: “… era in dissenso con la mia scelta di collaborare con la giustizia e mi ha fatto capire di essersi affiliato a contesti criminali contro i quali io sto facendo dichiarazioni..,suppongo che lo stesso possa trovare ospitatlità presso affiliati al clan D’Amico contro il quale ho reso dichiarazioni”.