Il tam tam mediatico è stato forte:giornali e tv locali e alcuni siti web da stamattina hanno diffuso la notizia di una sorta di attentato nei confronti della “Antica Cantina Sepe” ai Vergini. Una ventina di moto l’altra sera avrebbero scorazzato tra i tavolini dei clienti investendo una cagnolina e picchiando la proprietaria per poi fuggire non prima di aver distrutto sedie e tavolini. Atto che avrebbe fatto “perdere la speranza” al titolare di vedere rinascere il Borgo dei Vergini e in generale tutto il quartiere della Sanità attraversato negli ultimi mesi da una cruenta faida di camorra. Niente di tutto questo invece perché nel pomeriggio sulla pagina facebook dell’ Antica Cantina Sepe, il titolare ha vouto spiegare: “Vorrei dire anche io due parole in merito ai fatti di giovedì sera, visto che ho addirittura trovato articoli di giornale dove si riportavano dichiarazioni che non ho MAI rilasciato… Giovedì, per la quindicesima volta, abbiamo organizzato alla Cantina Sepe il nostro tradizionale aperitivo. Purtroppo a un certo punto della serata sono passati, proprio davanti l’ingresso della Cantina, in una zona che dovrebbe essere PEDONALE, una decina di motorini (quindi NON una ventina come è stato scritto) che, incuranti del prossimo, hanno investito una cagnolina e allontanato con un calcio la proprietaria che giustamente aveva reagito. Fatto questo, se ne sono subito andati.
Si è trattato di un episodio spiacevole che dimostra come nei nostri quartieri ci sia ancora molto da fare. Non si tratta però di un caso eccezionale. Purtroppo ogni giorno, a tutte le ore, il marciapiede interessato dalla mia come da altre attività viene “interpretato” come una strada. Alcuni sono più “sensibili” al pedone e rallentano, altri invece no, e questo causa un pericolo, soprattutto per i bambini e per gli anziani.
Detto questo, ho letto con molto stupore alcuni post e articoli che raccontavano tale episodio. Credo che nel passaparola i fatti si siano molto ingigantiti: addirittura mi sono arrivate telefonate in cui mi si chiedeva se avevano sparato colpi al mio negozio. D’altronde sui giornali c’è scritto che la cantina era stata “devastata”, oggetto di un “pesante raid vandalico”, che alla Sanità era addirittura “morta la speranza”, che questo territorio “non appartiene più alla comunità cittadina” etc. Onestamente, mi pare del tutto assurdo far diventare quest’episodio spiacevole una “spedizione punitiva” da parte di qualcuno…
Esagerazioni e toni che non aiutano affatto chi combatte ogni giorno perché le piccole regole di convivenza vengano rispettate. Mi ha fatto davvero tanto piacere la solidarietà di questi giorni, ma avrei certamente preferito essere interpellato da chi menzionava il mio nome, visto che questa improvvisa (quanto immeritata!) visibilità mediatica non aiuta.
Avrei preferito invece un po’ di visibilità sulle tante iniziative che “normalmente” si fanno alla Sanità, e che io stesso ho proposto durante gli “Aperisepe di-mostra” (foto, pittura, musica jazz etc). Purtroppo la normalità sembra non appassionare troppo la stampa… Però forse, più che articoli enfatici, servirebbero misure concrete per una vera pedonalizzazione del marciapiede dei Vergini.
Per me e la mia famiglia la storia si chiude qui. Ringraziamo di cuore tutti quelli che ci sono stati vicino, pensiamo a lavorare per far riuscire il prossimo aperitivo e soprattutto per non far morire la speranza nel cuore di chi ogni giorno vive questo quartiere, fra gioie e dolori”.