Scampia: condannato per camorra l’uomo accusato di aver ucciso il tatuatore di Casavatore

Napoli. Finito nel mirino dell’antimafia per l’uccisione del tatuatore di fiducia del calciatore Lavezzi è stato condannato a nove anni di carcere per aver fatto parte del clan Abete. E’ ritenuto il killer del clan Vincenzo Russo, 36 anni, condannato per associazione per delinquere di stampo camorristico per aver fatto parte del cartello Abete-Abbinante-Notturno-Aprea di Secondigliano e Scampia. Il giudice per le udienze preliminari Pollio ha inflitto all’uomo nove anni di reclusione a fronte di una richiesta di 15 anni di carcere. Russo è indicato dai collaboratori di giustizia come uno degli uomini di fiducia degli Abete, utilizzato per mettere a segno i raid di morte. Il suo nome spunto nel corso delle indagini per l’omicidio di Gianluca Cimminiello, l’uomo di Casavatore ucciso sei anni fa e noto come il tatuatore di Lavezzi. Russo è stato condannato in primo e secondo grado con l’annullamento con rinvio della Cassazione, e il processo è in corso dinanzi alla Corte d’assise d’Appello di Napoli.
Russo è stato incastrato dai collaboratori di giustizia della cosca che in questi mesi hanno raccontato il ruolo avuto all’interno del clan a partire dal regalo che il boss Arcangelo Abete gli avrebbe fatto per premiarlo per il suo silenzio, nonostante il carcere. Secondo il pentito Giuseppe Ambra, Vincenzo Russo avrebbe ricevuto in regalo un appartamento acquistato su indicazione di Abete e con la collaborazione di tutti i capi-piazza, attraverso una colletta. Inoltre Ambra riferisce che il delitto del tatuatore fu fatto per uno scambio di favori, Cimminiello fu eliminato per la sua bravura e per le gelosie di un collega amico degli uomini della cosca.


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