Il certificato di collaudo provvisorio per le opere di urbanizzazione dell’area industriale di Marano del 4 novembre del 2010 era falso: “stessa font, stesso formato, stessa spaziatura del certificato definitivo che e’ stato redatto il 2 gennaio del 2014, anche esso falso”, si legge nel provvedimento di sequestro dell’area Pip. Erano stati sottoscritti in tempi diversi da due ingegneri diversi, eppure, sostengono i magistrati della Dda di Napoli, soni “perfettamente uguali l’uno all’altro”. I sostituti procuratori hanno interrogato due volte a maggio del 2016 uno dei due professionisti che ha firmato la relazione, ovvero Giuseppe Nasto. L’ingegnere, davanti ai documenti e alle risultanze investigative, ha ammesso di aver firmato il certificato sotto minaccia. “La firma e’ mia ma il contenuto no”, ha detto ai magistrati. “Fui chiamato dall’architetto Aniello Cesaro che mi invito’ a raggiungerlo a Sant’Antimo -racconta – con lui all’incontro c’era un altro ingegnere, che conoscono solo per cognome, ovvero Scialo’. Mi dissero che avevano la necessita’ di avere un certificato di collaudo per le opere di urbanizzazione del Pip di Marano. I documenti li avevano loro e sono gli stessi che avete voi pm. Mi chiesero solo di metterne una firma”. L’ingegnere, allora, davanti a questa situazione chiese ai due di avere un po’ di tempo per studiare le carte, i progetti, fare dei sopralluoghi: “Non potevo assumermi la responsabilita’ di quanto sottoscritto senza nemmeno guardare le carte”. A quel punto intervenne Francesco Scialo’, il terzo indagato, che cerco’ di rassicuralo e poi subentro’ lo stesso Cesaro, “il quale mi disse che se non avessi firmato i documenti non mi avrebbe fatto piu’ lavorare con le sue aziende e mi avrebbe fatto perdere il lavoro che stavo facendo ancora per il centro commerciale Il Molino. A questa intimazione mi vidi costretto a firmare”. Per quella firma l’ingegnere riferisce di aver ricevuto 2.500 euro che furono versati con due assegni. Sia Aniello Cesaro che Francesco Scialo’, in concorso con Raffaele Cesaro, sono indagati per i reati di minacce aggravate. Secondo i magistrati quelle dichiarazioni “sono assolutamente affidabili perche’ non vi e’ motivo per dubitare della sua attendibilita’. Per i pm “le opere di urbanizzazione poste a servizio dell’insediamento Pip di Marano non sono mai state collaudate per essere falso il certificato provvisorio e falso anche quello definitivo”. Ci sono poi conversazioni telefoniche inserite nel decreto di sequestro nelle quali l’ingegnere Nasto, confidandosi con una collega, racconta delle pressioni che avrebbe ricevuto negli anni. In un passaggio di una lunga telefonata captata lo scorso aprile dice: “Un giorno mi disse: ‘vieni qua che ti devo conferire un incarico e porta il timbro’. L’altra volta invece Aniello, io non riuscivo a fare le carte perche’ si doveva attaccare l’Enel, mi minaccio’ e mi disse: ‘io ti vengo a uccidere pure a casa'”. Il 31 maggio del 2016 fu sentito anche l’ingegnere Cesarino Serrato che risultava essere il firmatario del collaudo definitivo. “Le firme apposte sul timbro non sono le mie. Mi contattarono Aniello Cesaro e Francesco Scialo’, ma io rifiutati di firmare quei documenti”, ha detto ai pm.