La vetrina mobile della pasticceria “Poppella”, al Rione Sanità di Napoli, infranta da due colpi di pistola calibro 9 per 21 questa mattina, non c’è più davanti al negozio. Altri segni della sparatoria a scopo intimidatorio di questa mattina non se ne vedono e la vendita dei “fiocchi di neve”, un dolce di successo, che ha conquistato anche i quartieri residenziali della città, continua in apparenza tranquilla. Il proprietario, Ciro Scognamiglio, è all’ interno, ma taglia corto con i giornalisti: “per favore, non mi fate parlare”. E neanche le tre ragazze che servono al banco del negozio hanno voglia di farlo. Reazioni avvertibili, dopo l’ ultimo episodio di criminalità, non ce ne sono. Una ragazza bionda, sui 17 anni, si stringe nelle spalle. “Hanno sparato ? Che novità….” . Una donna sui 50, con le borse della spesa, dice di non sapere niente dell’ accaduto. Ma non è omertà. Il Rione Sanità è un lungo budello diviso in due strade tra l’ antico Borgo dei Vergini e la collina di Capodimonte, dove a 100 metri di distanza si ignora quello che accade poco più avanti. Un’ auto del reparto prevenzione crimine della Polizia passa e ripassa, poi si ferma a poca distanza dalla pasticceria. “Niente di nuovo rispetto al passato ? No, una novità c’è ed è brutta – dice un sacerdote della Basilica di Santa Maria della Sanità – questa non è una ‘stesa’ (sparatoria a scopo intimidatorio in una zona di influenza di un clan avversario), queste sono estorsioni”. Il 17 febbraio poco dopo le 7.30, lo stesso orario dell’ attentato contro la pasticceria “Poppella”, colpi di pistola erano stati avvertiti tra Vico Carretta e Vico Santa Maria Antesaecula e segnalati ai Carabinieri dalla madre di una bambina che si recava a scuola. Ma sul posto i militari non trovarono bossoli, nè proiettili, e nessun testimone oculare. Quelli di stamattina, invece, sono stati colpi (tre i bossoli ritrovati a terra) diretti contro un bersaglio preciso.