Quasi dieci anni con la maglia azzurra per poi arrivare ad allenarla la squadra partenopea e raggiungere il primo scudetto della storia del Napoli nel campionato del 1986-87, una coppa Italia e una coppa UEFA. Ha allenato tante squadre tra cui la Roma, conosce bene le due piazze. Napoli e Roma sono in corsa per un posto diretto in Champions, senza passare per i “play-off” che mai hanno portato fortuna, soprattutto alle italiane così come la storia ci racconta. Ottavio Bianchi, 74enne, veterano del calcio parla delle due squadre che si contendono il secondo posto e lo fa in un’ intervista al Mattino di oggi.
«Il Napoli è in ottime condizioni – dice – sta un po’ meglio rispetto alla Roma e ha recuperato bene dal dopo-Juventus, superando l’amarezza per il pareggio in campionato, che di fatto l’ha tagliata definitivamente fuori dalla corsa scudetto, e per l’eliminazione in coppa Italia».
Perché più Napoli che Roma? «Perché la Roma sta andando avanti tra alti e bassi, ha perso con la Lazio in coppa Italia e nettamente in campionato proprio contro il Napoli. Tutte e due erano partite per competere con la Juve ma poi si sono perse per strada. In questo momento credo abbia più possibilità il Napoli perché lo vedo più in salute, sta meglio da un punto di vista fisico e come tranquillità tattica».
Il Napoli a Reggio Emilia contro il Sassuolo però rischia di più rispetto alla Roma che gioca a Pescara? «Fino a un certo punto. Il Sassuolo quest’anno sta avendo problemi, ha cominciato bene e poi ha rallentato non riuscendo a ripetere la stagione scorsa e anche se ora è in ripresa il Napoli sta mostrando autorevolezza per affrontare bene questo tipo di partite».
Il Napoli gioca il miglior calcio, la pensa anche lei così? «Sì, vedere il Napoli è un piacere ma se a sei partite dalla fine sei è a dieci punti dal primo posto, e in più è uscito in coppa Italia e in Champions. Io, quindi, preferisco la Juventus che è ancora in corsa su tutti i fronti anche se gioca in maniera meno spettacolare. Ecco da tifoso del Napoli vorrei vederlo vincere alla fine anche se qualche volta giocasse meno bene».
La prima cosa è vincere: cosa manca ancora al Napoli per arrivare allo scudetto? «Deve vincere le partite anche in qualche occasione in cui gioca meno bene e capire che a volte si può essere anche non belli ma bisogna portare a casa il risultato. Ora questo tipo di gioco dovrà portare un ulteriore miglioramento per arrivare alla vittoria finale che è quello che più conta. Anche nella semifinale di coppa Italia il Napoli ha fatto una bellissima figura sotto il profilo del gioco ma è andata avanti la Juve. Sarebbe stato meglio, anche in quel caso, giocare un po’ meno bene ma arrivare in finale».
Insigne ha rinnovato: un segnale importante questo per vincere in futuro, oltre al fatto che da napoletano rappresenta la bandiera del club? «Sono molto contento che gioca nel Napoli da italiano e ancora di più da napoletano: vorrei che ce ne fossero cinque-sei in squadra e non solo uno ma questo discorso non vale solo per il Napoli ma un po’ per tutti. Sì, è un fatto molto importante nell’ottica di poter arrivare a vincere sia per la qualità del giocatore, sia per il fatto che viene da vivaio, vive la città in maniera diversa e la sente in un modo molto più forte perché il suo coinvolgimento emotivo è straordinario. Un segnale importante della società che vuole continuare a migliorare il suo progetto: il Napoli ormai da anni è in una posizione importante di classifica, ora è chiamato a fare l’ultimo passo».
Lei a Napoli ha vinto, come fece? «Uno dei segreti fu quello di festeggiare solo alla vittoria del campionato e non prima dopo qualche partita molto esaltante. E a Napoli si faceva fatica a non festeggiare prima in un ambiente straordinariamente coinvolto. Noi fummo bravi ad alzare le braccia solo al traguardo».